L’ASEAN
ha un territorio di circa 4,5 milioni di kmq sul quale vivono
quasi 600 milioni di abitanti. In ASEAN è stato realizzato un
imponente processo di crescita, attraverso il quale un’area
essenzialmente agricola ha conosciuto un processo di
industrializzazione che, seppure ancora puntiforme, ne ha
trasformato i caratteri.
L’istituzione,
a partire dal 1992, di un’area di libero scambio, l’AFTA, è
stata indubbiamente uno dei principali motori del cambiamento.
La
liberalizzazione dello scambio di beni e servizi e del flusso
degli investimenti e, successivamente, dal 2007, l’adozione
dell’obiettivo di realizzare un mercato unico e una base
produttiva comune entro il 2015, hanno consentito di guardare con
fiducia ad una crescente integrazione delle economie dei 10 paesi
aderenti all’Associazione. Non mancano, tuttavia, controversie
che possono incidere sullo sviluppo, come la disputa in materia di
confini tra Thailandia e Cambogia.
Ci
sono differenze importanti tra i 10 paesi ASEAN: Indonesia,
Malaysia, Filippine e Thailandia sono economie di media
dimensione; Singapore è un’economia commerciale ricca, il
Vietnam da pochi anni sta crescendo a tassi particolarmente
elevati; il Brunei è un paese piccolo ma ricco di petrolio;
Myanmar, Cambogia e Laos sono i tre paesi che sono cresciuti meno
e che hanno un reddito medio più basso degli altri, ma che danno
significativi segni di cambiamento. Tutti hanno però partecipato
al processo di sviluppo innescato dall’ASEAN, realizzando una
crescita media negli ultimi 10 anni pari a circa il 6%. Il reddito
medio dei paesi ASEAN ha contribuito a dotare il sistema
produttivo regionale di una più solida base di consumo.
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